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Visioni, contenuti e linguaggi

Report del Convegno 1 ottobre 2024, Roma

1. Autori e produzione indipendenti

L’editore pubblico deve padroneggiare il linguaggio e i problemi della creazione e realizzazione del prodotto. Su questa base di “artigianalità”, che costituisce un nocciolo fondamentale del vigore dell’azienda, e nel quadro di procedure trasparenti di committenza della produzione, può essere possibili in particolare, temperare la dipendenza passiva dai format esteri e, in senso inverso, immettere propri format nei circuiti internazionali. Attraverso l’autorialità e la produzione indipendente la realtà raggiunge l’editore. Gli standard elevati indicati dal Reform Act per il prodotto del Servizio Pubblico si estendono ad ogni linguaggio ed occasione, dalle hard news alla narrazione, dall’intrattenimento all’educazione.

Da Sandro di Stefano 12 ottobre:

Anche la “musica applicata”, di riflesso, soffre di questa influenza.  Il concetto (buono) di globalizzazione culturale, e dunque interculturale, interviene molto spesso a gamba tesa sulle soluzioni emotigene che la musica trasmette quando viene chiamata a sostituirsi alla parole. Specialmente in un Paese come l’italia – a base regionale – dove già è complicato scambiarsi gli stessi sapori, figurarsi il resto. Faccio un esempio lampante : Lo stile Teutonico di Hans Zimmer entrato nella cultura giovanile italiana, sostituendosi ai linguaggi (plurale) italiani. La drammaturgia filmica che veicola linguaggi “formattizzati” e dunque inscatolati, pronti, senza quell’artigianato che proprio l’italia ha inventato. Con Dario Edoardo Viganò, in un recente passato, abbiamo fatto diverse produzioni insieme, con  Alberto Angela e Rai. Il caso di specie è : se guardi le nostre produzioni (musei vaticani, arte sacra, etc) l’intervento musicale è ricavato, narrativamente drammaturgico, al dettaglio anche geografico. Se invece poi  osservi le produzioni odierne di “Ulisse” sempre di Angela, noterai un appiattimento dei significati e dei colori, sostituiti (non per bocciatura delle precedenti 😁) con un fondo musicale monocolore e dal linguaggio unicamente motivazionale, anche quando non c’è nulla da motivare. Linguaggio non italiano ma è come se il mito comunicato da un certo Cinema americano volesse vivere dentro la storia del passato. Allora va da sé che : se Respighi già nell’800 ci ha lasciato “Le Fontane di Roma”, “I pini di Roma”, “Feste Romane”, con una descrittività onomatopeica tutta italiana (copiata dal mondo intero, dove ogni dettaglio è espresso dal non detto) significa che lo spettatore non ha gli strumenti per capire l’artigianato – in questo caso – musicale.

2. Crisi della base finanziaria

La situazione aziendale e industriale della Rai è compromessa dallo storno di quote del gettito di canone a favori di imprese private, in assenza di reazione da parte dei gruppi direttivi e professionali dell’azienda RAI

3. Il Freedom Act come step di politica europea

Il Freedom Act è l’ultimo capitolo di un tentativo di autonomia Europea iniziato con la normativa digitale, dal GDPR sulla proprietà dei dati al Digital Service Act e AI Act centrati sugli specifici doveri dei grandi operatori. Il Servizio Pubblico può esistere solo se proattivo entro e verso l’economia dei dati digitali. In generale il Servizio Pubblico deve guardare a 360 gradi, ragionando come impresa e non come semplice strumento, per guadagnare uno stabile equilibrio a supporto della propria indipendenza.

4. Patrimonializzare

Il Servizio Pubblico trova il proprio baricentro nel porre a disposizione della società , che lo finanzia, i valori del proprio patrimonio di immagini e di suoni, in base a norme chiare e univoche fissate nella legge a tutela della responsabilità del management. In questo quadro si colloca l’impegno a tesaurizzare i documenti audiovisivi convertendoli in formati che favoriscano l’accesso al pubblico generico, alle scuole, agli autori e realizzatori.

5. Lo stato dell’azienda

Il corpo aziendale della Rai è fortemente lesionato da cinquanta anni di schizofrenia partigiana fissata tutt’ora nell’organizzazione dei servizi giornalistici.

Riqualificare e motivare il personale a un diverso rapporto con il pubblico in Italia, nel contesto europeo ein proiezione globale

6. Passaggi tecnologici e contatti pubblicitari

  • L’intera diffusione digitale terrestre rischia l’emarginazione: col progredire delle smart tv che nelle loro home page non ne offrono l’accesso.

NB. Da questo articolo del 11 ottobre pare che l’AGCOM sia intervenuta per rimediare

  • col prossimo conteggio della total audience che comprendendo anche gli smartphone ridimensiona e relativizza i contatti del broadcasting tradizionale
  • la prossima sconnessione del canone dalla bolletta elettrica rende urgente la ridefinizione delle fonti di entrata e relative garanzie del Servizio Pubblico
  • La Rai dovrebbe “condensarsi” evitando di trasmettere Reti digitali che nell’economia della pubblicità non hanno spazio e che in prospettiva possono essere adeguatamente surrogate da Rai Play.

7. Per la definizione di Missione

L’ innovazione ideativa dovrebbe fare parte della Mission del servizio pubblico, incoraggiata e supportata da relativi investimenti. Infatti, sulla base dei dati forniti, si riscontra un interesse degli inserzionisti su programmi originali così detti di nicchia per le possibilità di penetrazione presso un pubblico High spender e giovanile anche tramite i social.

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