In un convegno con Stampa Romana e Articolo Quinto la presidente della Commissione di Vigilanza ha ripercorso alcuni dei temi affrontati dagli stati Generali. Indicando anche, sul fronte digitale, il compito di rompere l’isolamento comunicativo delle piattaforme
Certezza delle risorse, riallinenado la durata del contratto di servizio e del piano industriale e aggiornando la durata del mandato del Cda. Secondo la presidente della Vigilanza, Barbara Floridia, sono alcuni dei temi che serve affrontare con una certa priorità per il futuro della Rai. Lo ha spiegato nel corso del dibattito ‘Missione e governance del Servizio Pubblico dopo il Media Freedom Act’, organizzato nella sua sede da Stampa Romana insieme ad Articolo Quinto, associazione che prende il nome dalla parte del regolamento europeo che affronta questi nodi, presieduta da Stefano Balassone.
Le risorse
“L’elemento delle risorse per la Rai è prioritario, prescindendo dalla soluzione del canone o della fiscalità generale”, ha spiegato. “Se vogliamo garantire risorse stabili e certe alla Rai come previsto dal Media Freedom Act una strada potrebbe essere quella di legare le risorse alla concessione, in modo che il governo di turno non possa modificarne l’ammontare”.
Cda, piano industriale e contratto di servizio
“Dagli Stati Generali è venuto fuori che la durata di un cda non può essere inferiore ai cinque anni”, ha spiegato Floridia. “Allo stesso tempo va riallineata la durata del contratto di servizio e del piano industriale, in modo da avere una prospettiva più ampia rispetto ad oggi”.
“Il board deve essere libero da ingerenze governative ed è interessante l’idea, avanzata da Articolo Quinto, di nomine individuali che possano essere sfasate nel tempo come avviene nella Bbc. E’ necessario insistere nel confronto per provare a trovare la strada migliore insieme”.
Rompere l’isolamento social
“Quanto alla digitalizzazione, ha sottolineato ancora Floridia, il servizio pubblico deve pretendere di inserirsi come sistema nei social esistenti che tengono a isolare i cittadini in bolle comunicative.
Il compito del servizio pubblico dovrebbe essere quello di rompere quelle bolle. Creare una app a parte dei servizi pubblici europei può servire, ma come strada da percorrere parallelamente”.
Fonte: primaonline.it