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La storica e permanente dipendenza della RAI

La RAI nasce dopo la fine della guerra raccogliendo e ribattezzando le risorse nazionali e regionali dell’EIAR, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche. L’EIAR era e si auto dichiarava strumento del Governo.

Nel biennio 1943-1945 le sedi e attività dell’EIAR erano controllate dalle autorità militari Anglo americane.

1945-1975

A seguire, l’EIAR, ribattezzata RAI Radio Audizioni Italiane torna sotto il controllo del Governo, rappresentato dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni che nomina il Consiglio di amministrazione, l’Amministratore Delegato, il Direttore Generale, oltre a un Comitato ministeriale di Indirizzo e Sorveglianza sui comportamenti editoriali dell’azienda. Al di là della nomina dei vertici aziendali e dei Comitati circostanti la dipendenza dal Governo era peraltro assicurata dalla regolazione annuale dei ricavi Rai attraverso:

  • La fissazione su base annuale (e non per periodi pluriennali) della misura del canone;
  • La repressione differenziata dell’evasione, ampiamente tollerata nelle principali e più popolose regioni del Meridione;
  • Commissioni d’opera occasionali, ma rilevanti per le economie di scala
  • La contrattazione anno per anno dei ricavi pubblicitari

dal 1975

Dal 1975 il controllo sull’azienda si divide fra il Governo (quanto alle le leve di carattere economico e alla nomina del Direttore Generale) e il Parlamento in Commissione di Indirizzo e Vigilanza sul Servizio Pubblico radiotelevisivo (da ultimo con voto di assemblea. Da queste fonti è nominato il Consiglio di Amministrazione. I mandati dei consiglieri iniziano e scadono contemporaneamente per garantire la conformità agli equilibri elettorali di ogni rinnovo della composizione.

All’interno di questa impostazione:

  • Dal 1990 (Legge Mammì) la pubblicità Rai è dimensionata in coerenza con l’assetto del Duopolio (la spartizione di ricavi e audience con Mediaset. Entrambe le imprese dominanti sono agite e/o garantite in ottica politica.
  • Tra il 1994 e il 2006 il Cda RAI è stato nominato in modo abbinato dai Presidenti di Camera e Senato per poi tornare alla Commissione Parlamentare;
  • Dal 2016 il Governo provvede anche alla nomina di alcuni dei membri del CdA. (cfr pagina successiva)

27 Marzo 2015

RIFORMA DELLA RAI Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo (disegno di legge)

Il consiglio di amministrazione è composto da 7 membri anziché 9:

  • la nomina del Presidente del Consiglio di amministrazione è effettuata dal Consiglio di Amministrazione medesimo nell’ambito dei suoi membri.
  • L’elezione del Consiglio di amministrazione avviene sulla base di una lista composta da 4 membri eletti dal Parlamento, ovvero due eletti dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica con voto limitato, 2 membri di nomina governativa designati dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze e un membro designato dall’assemblea dei dipendenti.
  • Il Consiglio di amministrazione, oltre ai compiti attribuiti dallo statuto e dalla legge, approva il piano industriale, il piano editoriale, il preventivo di spesa annuale, gli investimenti superiori a 10 milioni di euro.
  • L’Amministratore Delegato, che non è dipendente Rai e rimane in carica per 3 anni, viene nominato dal Consiglio di amministrazione. Tra i suoi compiti: risponde della gestione aziendale, assicura coerenza nella programmazione con la linea editoriale, firma atti e contratti, propone all’approvazione del consiglio di amministrazione i piani annuali, attua il piano investimenti, piano finanziario, piani del personale, di ristrutturazione, i progetti specifici approvati dal Consiglio di amministrazione. L’amministratore delegato definisce criteri e modalità di reclutamento del personale nel rispetto della disciplina relativa alle società a totale partecipazione pubblica.
  • Restano ferme le funzioni di indirizzo generale e di vigilanza della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Il Consiglio di amministrazione RAI riferisce annualmente alla medesima commissione.

Corrisponde all’art 63 del Testo Unico Servizi Audiovisivi

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